mercoledì 28 dicembre 2016

CAPOLINEA DELL'ANNO

CAPOLINEA DELL'ANNO 

Risacca di mare
Cammino piano
nella lieve brezza
Nel giro ipnotico dell'onda 
perdo il filo
Pesanti le orme
spesso il salmastro
Vago con lo sguardo
dalla battigia all'orizzonte
e poi ritorno
a solcar la sabbia
a setacciar pensieri
Arare la rena
e seminar nei solchi
le speranze
Colleziono immagini
rami spezzati
tronchi divelti
Plastica
e quel sole finto
stampato a freddo
nella foschia
Nostalgia mi prende
il mio mal d'Africa
Tra una conchiglia e un sasso
penso ai miei detriti
agli anni
ai sogni
E poi torno 
Rientro e cerco i pezzi piu' belli
i cocci di vetro colorato
levigati dall'instancabile mare
i sassi minuscoli dalle mille forme speciali
rari e preziosi
e quel ramo liscio
spoglio e abbandonato
mi sembra una scultura perfetta
Sorrido e penso
C'e' sempre un fiore che non ho colto
Ancora qualcosa mi manca 
Marina Marini Danzi
28/12/2016
Foto m.marini danzi
Diritti@riservati foto e testo

lunedì 21 novembre 2016

SO

SO

So che ti volterai improvvisamente
Camminando tra la gente
So che non saprai cos'e'
Quel lieve alito
che ti ha sfiorato il collo
e passerai la lingua sulle labbra
le mani nervose tra i capelli
Ti soffermerai
Sentirai qualcosa di impalpabile
sfiorare leggero la tua mente
riempire il tuo cuore
sciogliere i contorni del tuo essere
Ti soffermerai
Chiedendoti cos'e'
quello strano dolce profumo
Penserai a me
Sorriderai
infine
al ricordo di noi


13/11/2016

lunedì 7 novembre 2016

GREVE AUTUNNO

GREVE AUTUNNO

Pesante autunno
Piogge battenti
A scandagliar nel fango
voci e suoni amici

Foglie rosse sparse a terra

inutili passioni

fuori stagione

Vuoto Autunno
di brevi soli
l'inverno prepari

Trabocchi di malinconia e rimpianti

Stendi pietoso
un velo di nebbia
per dimenticare
ogni cosa


6/11/2016
Foto m.marini danzi
Diritti@riservati foto e testo

lunedì 19 settembre 2016

PRESENTAZIONE DEL LIBRO " SFUMATURE DI ROSA " di Marina Marini Danzi e Anna Maria Lombardi

PRESENTAZIONE DEL LIBRO " SFUMATURE DI ROSA" di Marina Marini Danzi e Anna Maria Anna Maria Lombardi
Foto di Luigi (marito di Anna Maria Lombardi)
Grazie a Luigi, alla presentatrice Barbara Giorgi, al Maestro Massimo Montaldi, a tutti gli amici partecipanti tra cui Stefano CarloniAngela Maria Fruzzetti , Benedetta Cardone, Egizia Malatesta,Belita PellegriniMariella TongianiGiovanna VanelliFranco Vannucci ecc...
Un grazie alla Libreria Mondadori Bookstore in particolare a Luigi Ricci e Michele Scuto
Alla giornalista Vinicia Tesconi per l'articolo sulla Gazzetta di Massa Carrara.
E a tutti gli amici che pur non potendo partecipare per distanza o impegni importanti ci sono stati vicini col cuore
Un abbraccio a tutti voi che ci leggete e ci apprezzate da parte mia e di Anna Maria  <3 <3 

venerdì 26 agosto 2016

UN RACCONTO PER RIFLETTERE:La bambola di sale

RIFLETTIAMO CON UN RACCONTO:La bambola di sale
Su una remota montagna abitava una bambola di sale. Trascorreva le sue giornate tra cieli trasparenti e distese verdi, tra fiori di tutti i colori e perle di rugiada. Da un vecchio saggio che percorreva i sentieri del bosco sentì parlare per la prima volta del mare. Incuriosita e affascinata decise di andarlo a cercare.
Dopo un’ interminabile pellegrinaggio attraverso territori aridi e desolati finalmente giunse in riva al mare. Rimase lì a guardare, per ore, solidamente piantata al suolo e con la bocca aperta, quella meravigliosa e immensa distesa d’acqua in movimento, ascoltando ammaliata il gorgoglio spumeggiante delle onde. Poi, quasi sussurrando, chiese al mare:”Chi sei?”
“Sono io”rispose il mare con voce misteriosa.
“Non capisco” disse la bambola ” come posso conoscerti e comprendere?”
“E semplice” rispose il mare “entra e lo saprai”.
Il mare era così azzurro, così invitante ed imponente…..la bambola si avvicinò e……
dopo parecchie esitazioni, lentamente, entrò in acqua. Subito, un’onda tiepida e luminosa l’avvolse. Avvertendo una strana e nuova sensazione ritrasse la gamba. Un velo di malinconia comparve sul suo volto nel momento in cui vide che le dita dei suoi piedi erano sparite.
” Che cosa mi hai fatto ?” urlo la bambola “Dove sono finite le mie dita ?”
Imperturbabile il mare replicò:
“Perché ti lamenti ? Hai semplicemente
offerto qualche cosa per poter capire. Non era quello che chiedevi ?”
La bambola era addolorata per la perdita dei suoi piedini, ma era anche affascinata da quel flusso inarrestabile di nuove emozioni e da quell’ insolito inizio di comprensione che stava vivendo. Guidata da un irresistibile impulso, avanzò nell’acqua. E questa l’avvolse in un caldo e doloroso abbraccio. La bambola emise un gemito struggente che di lì a poco tradusse in un enfasi di calma…
Si abbandonò alle onde e perdendo se stessa… comprese.
Un’ ultima ondata inghiottì ciò che restava della bambola. E proprio nell’ istante in cui scompariva parlò il mare con la voce della bambola o la bambola con la voce del mare e disse:
“Io sono…..”.



foto da web

domenica 21 agosto 2016

LA LIBERTA' E NOI

La libertà e noi


E’ Nudo il corpo sinuoso
della regina dei sogni
che affascina in eterno
il cuore dell’uomo
-più o meno segretamente-
La libertà non indossa
abiti alla moda,
ma attende
l’amorevole nostra mano
per essere vestita
dalle carezze di ognuno
e nutrita con l'attenzione
di tutti noi senzienti.


Anna Maria Lombardi



20.8.2016 © Copyright sull’intero testo

foto da web

lunedì 11 luglio 2016

UNA LETTERA AL MIO CORPO

UNA LETTERA AL MIO CORPO

Caro corpo,
oggi ho deciso di scriverti e di chiederti perdono
per averti trascurato,non visto o quel che peggio di avere abusato
della tua vitalità, della tua forza,della tua delicatezza.
Ho compreso che non esiste il mio corpo senza la mia mente
e che non esiste quest’ultima senza la prima.
Come tutti gli umani vivo nell’illusione di esserti separata,
mentre io e te siamo una cosa sola:
un' unica mente dalla punta dell’alluce alla cima dei capelli
e siamo contemporaneamente corpo.
Scusami amico mio se qualche volta non ti ho considerato
come dovevo, non mostrandoti il riguardo che meritavi
ed una maggiore attenzione non dandoti il giusto valore.
Mi dispiace se qualche volta non ho tenuto conto
delle tue esigenze,delle tue richieste d’aiuto
che poi,come ti ho già detto, erano anche le mie.
Di non avere capito che attraverso i sintomi e gli acciacchi
tu stavi in qualche modo proteggendomi
e che mi indicavi la strada del cambiamento
come soluzione ai nostri problemi.
Ti chiedo perdono amico mio,voglio proprio farne ammenda.
Ti abbraccio con l’alito del nostro cuore
Tua Anna Maria

10.7.2016 Anna Maria Lombardi
(c) diritti riservati

Scrivere una lettera al proprio corpo è una bella e profonda esperienza.

Foto di Marina Marini Danzi

domenica 10 luglio 2016

LA STRADA

LA STRADA

C'e' sempre una strada
Una strada
che ci riporta a casa
Lastricata di luce tersa
Calda come l'abbraccio di un amante
Profumata di pelle
e di cuore
Dritta o contorta
Piena di buche
In salita e in discesa
Solitaria o piena di incontri del fato
La riconosciamo sempre
e non abbiamo paura
E' la nostra via

Marina Marini Danzi
8/07/2016
foto m.marini danzi

Diritti@riservati foto e testo

martedì 31 maggio 2016

IO SONO LE "SARA"

IO SONO LE "SARA"

Io sono anche SARA
e tutte le donne maltrattate,
uccise,
per mano di quell'uomo
che non ama
e che ignora
che così facendo ammazza
una parte importantissima dell'umanità
e il femminino interno di se medesimo.
Io sono anche Sara
e tutte le altre donne...
Non mi inginocchierò
 ne abbasserò il mio sguardo
davanti al mondo
e neppure davanti a te uomo,
perchè non mi incuti timore
e neppure avrò paura mai di te.
Ti guarderò dritto negli occhi,
ti scruterò
dentro l'anima
 ed in questo luogo ti parlerò,
ricordandoti per sempre
che IO SONO LE "SARA"
e che siamo esseri umani
uguali e liberi,
sebbene le nostre funzioni siano differenti.


Anna Maria Lombardi
31.5.2016 (c) diritti riservati
foto da web


martedì 10 maggio 2016

DALLA PARTE DELLE BAMBINE

DALLA PARTE DELLE BAMBINE

Adesso posso raccontare
che gli orchi esistono per davvero
nascosti dietro abiti di persone "perbene".
Non sapevo a chi confidare
che la croce che mi era stata consegnata
era pensante come la roccia.
Me l'avevi scaricata 
sulle piccole e fragili spalle di bambina
chiamandomi con la voce convincente di un padre 
in quella tua caverna alla luce del sole.
Segreta,che neppure i tuoi figli,
che avevano la mia stessa età,conoscevano.
Chi poteva credere ad una bambina
senza additarla di fantasie?
Oh... quanti amari giorni 
hanno segnato la mia vita con quel fantasma
che mi correva innanzi!
A chi gridare la disperazione,
il beffardo senso di colpa,
la vergogna,
per cose che non avevo mai commesso?
Un giorno di primavera hai deciso 
di recidere un bocciolo troppo immaturo 
e di tenertelo sapendo che da quel momento sarebbe morto,
proprio come era forse successo a te.
Per fortuna, quella piccola talea ha prodotto radici 
e da lungo tempo si è liberata della tristezza di quei ricordi 
mostrando fiori.
Non vivo più quegli attimi d'infanzia rubata. 
Procedo serena, ora, lungo la mia strada,
restando dalla parte delle bambine, 
portando nel mondo la testimonianza.

Anna Maria Lombardi


10.5.2015 (c) diritti d'autore riservati su tutto e sulle singole parti del testo e sulla foto.
Foto di Anna Maria Lombardi

lunedì 9 maggio 2016

ALLA GRANDE MADRE

ALLA GRANDE MADRE

A te che sei Universo
e parimenti alberghi nell'uomo e nella donna

Sei l'archetipo della protezione
dell'amore assoluto
Nulla chiedi

Tutto proteggi 

Sei la capacita' di amare
il prendersi cura
Nutri l'anima e il cuore

Consoli il nostro se piccolo
il bimbo
che piange in ognuno di noi

Conservi la purezza
il gioco
la creazione

il dono

la poesia,
l'arte

Ci accarezzi
cancelli le lacrime

Sei ventre di donna

sei radici

sei ricordi

Sei Amore


8/05/2016

domenica 24 aprile 2016

UN RACCONTO PER RIFLETTERE: La virgola






UN RACCONTO PER RIFLETTERE: La virgola

"C’era una volta una virgola seccata dalla poca considerazione in cui tutti la tenevano. 


Perfino i bambini delle elementari si facevano beffe di lei.

Che cos’è una virgola, dopo tutto? Nei giornali nessuno la usa più.

 La buttano, a casaccio. 

Un giorno la virgola si ribellò. 


Il Presidente scrisse un breve appunto dopo un lungo colloquio con


il Presidente avversario: 

“Pace, impossibile lanciare i missili” e lo passò frettolosamente al 

Generale. 

In quel momento la piccola, trascurata virgola mise in atto il suo 


piano e si spostò. 

Si spostò solo di una parola, appena un saltino. 

Quello che lesse il Generale fu: “Pace impossibile, lanciare i missili”. 

E scoppiò la Guerra Mondiale.




Fai attenzione alle piccole cose. Sono il seme di quelle grandi."




Bruno Ferrero, Il segreto dei pesci rossi, Ed. Elledici 







Foto da web








sabato 16 aprile 2016

TRENI E TRENI

TRENI E TRENI

Sai che mi perderai
Nello scambio mancato
dell'unico treno

Lungo i binari
da altri tracciati

Sempre più' distanti

Estranei, quasi ostili

Mi perderai per sempre

Cogli il fiore

che rosso resiste
tra lo squallore
di un'esistenza a ore

Segui la vita
 che sferraglia veloce
I treni sognati

che corrono verso l'altrove

su sconosciuti binari
Afferra tutte le coincidenze meravigliose
come quella che ci fece trovare
Un solo treno
un unico binario 
per le nostre anime affini

Scorderemo i corpi
e tutto ciò' che e' reale

cio' che conta e non serve
Neanche una fermata

Correremo insieme
uniti nel cuore 
per sempre

Marina Marini Danzi

13/04/2016
Foto m.marini danzi
Diritti@riservati foto e testo


venerdì 15 aprile 2016

RACCONTI PER RIFLETTERE

UNA STORIA PER RIFLETTERE : i due ciliegi innamorati


Due Ciliegi innamorati, nati distanti, si guardavano senza potersi toccare. Li vide una Nuvola, che mossa a compassione, pianse dal dolore ed agitò le loro foglie...ma non fu sufficiente, i Ciliegi non si toccarono. Li vide una Tempesta, che mossa a compassione, urlò dal dolore ed agitò i loro rami... ma non fu sufficiente, i Ciliegi non si toccarono.. Li vide una Montagna, che mossa a compassione, tremò dal dolore ed agitò i loro tronchi... ma non fu sufficiente, i Ciliegi non si toccarono. Nuvola, Tempesta e Montagna ignoravano, che sotto la terra, le radici dei Ciliegi erano intrecciate in un abbraccio senza tempo.

Storia Zen
da web


foto da web

L'AMBIENTE E NOI

Se ambiente significa, letteralmente, ciò che c’è intorno, allora si deve intendere tutto, ma proprio Tutto, ciò che c’è intorno.Infatti la psiche inconscia sceglie in modo arbitrario tra le cose incontrate quotidianamente nell’ambiente.
Informazioni minuscole e banali possono avere effetti psichici subliminali giganteschi, come mostrano i residui diurni dei nostri sogni.
Perché diamine siamo andati a sognare proprio quella cosa lì?
Gran parte della nostra giornata passa inosservata e non sarà mai più ricordata, ma ecco che la psiche pesca i rottami che galleggiano nell’ambiente e li consegna al sogno.Il sogno, l’impianto di riciclaggio dell’ambiente, trova nella spazzatura i valori dell’anima.Il sogno: un artista che si appropria di immagini presenti nell’ambiente per richiamarle alla memoria più tardi, in pace.
Poiché lo spazio in cui ci aggiriamo è fatto di realtà psichiche che influiscono sulla nostra vita, dovremmo ampliare la nozione di ambiente nel senso di una ecologia del profondo, partendo dall’ipotesi che il nostro pianeta sia un organismo vivente che respira e si autoregola.Poiché qualunque cosa abbiamo intorno può nutrire la nostra anima in quanto alimenta immaginazione, là fuori è pieno di materia animica.
E allora perché non ammettere, che l’ecologia del profondo, che l’ambiente stesso è intriso di anima, animato, inestricabilmente fuso con noi e non già sostanzialmente separato da noi?
La visione ecologica restituisce all’ambiente anche l’idea classica di “Provvidentia”: l’idea che il mondo provvede a noi, bada a noi, ci accudisce perfino. E ci vuole vedere intorno.
Predatori, tornado, tafani in giugno sono soltanto frammenti del quadro. Provate a pensare a quante cose buone e profumate ci sono, invece.
Credete che gli uccelli cantino solo per altri uccelli?
Questo pianeta respirabile, commestibile, bello e piacevole, rifornito e tanto in ordine invisibilmente, ci mantiene tutti grazie al suo sistema di sostegno alla vita.
Questa si che è cultura.L’ambiente, allora, sarebbe immaginato ben aldilà delle condizioni sociali economiche, aldilà di tutto l’impianto culturale, come comprendente ciascuna piccola cosa che si prende cura di noi ogni giorno: i nostri pneumatici, e la tazza di caffè e le maniglie delle porte ed il libro che ho in mano.
Diventa impossibile escludere come irrilevante questo pezzetto di ambiente a favore di quell’altro che invece avrebbe senso, come se si potessero disporre in ordine d’importanza i fenomeni del mondo.
Di importanza per chi?
Anzi, deve cambiare la nostra stessa nozione d’importanza; invece d’importante per me , penseremo: “importante per altri aspetti dell’ambiente”.
Ci domanderemo: “questa cosa fornisce nutrimento ad altra cose che ci sono intorno?”
Dà un contributo alle intuizioni del campo, di cui io sono soltanto una piccola effimera parte?Via via che si trasforma la nozione di ambiente anche il nostro modo di vede l’ambiente cambia.
Diventa sempre più difficile dividere con un taglio netto psiche e mondo, soggetto e oggetto, qui dentro e là fuori.Non so più con certezza se la psiche è dentro di me o se io sono nella psiche come sono nei miei sogni, nelle atmosfere del paesaggio e nelle strade della città, come sono nella “musica sentita così intimamente da non sentirla affatto, ma finche essa dura, tu sei la musica”. (T.S. Eliot) 
Dove finisce l’ambiente e dove incomincio io, e anzi come posso cominciare, senza essere in qualche luogo, coinvolto intimamente e nutrito dalla natura del Mondo?

                                        Dal libro:“Il Codice dell’Anima” di James Hillman
                                                                                                             
  
foto da web