venerdì 28 novembre 2014

LA CREATIVITA’ NELL’ADULTO: SIAMO TUTTI LEONARDO?
COSA FARE PER SVILUPPARLA O PER SOSTENERLA? 



Quali sono le basi comuni tra la creatività di un bambino e quella di un’adulto? La creatività è presente solo in alcuni fortunati o è una capacità che conserviamo tutti,anche se nel tempo è stata sacrificata? In che modo eventualmente la possiamo recuperare e sviluppare?
La creatività non è altro che un’intelligenza che si diverte diceva Albert Einstein.
La creatività è il modo originale ed innovativo di accostare elementi conosciuti e sparsi,magari in campi lontani uno dall’altro per trarne un risultato a beneficio di se stessi e degli altri. E’ una dote ancora in gran parte misteriosa e di sicuro interesse di studio successivi.
Nel passato si credeva che solo poche persone geniali ne fossero dotati. I primi lavori scientifici su questo tema sono stati fatti da Henri Poincaré (1854/1912). Oggi esistono numerosi studi che confermano la tesi della presenza di questa capacità in tutti gli essere umani anche se in modo diversificato .La creatività è quindi una qualità dell’uomo, senza la quale non sarebbe stato possibile alcuno sviluppo tecnico,scientifico,dell’arte e delle civiltà. 
Tutti noi abbiamo avuto l’esperienza della nascita e del particolare, strettamente individuale,primo rapporto che si istaura tra il bambino e sua madre. Seguono varie fasi che portano alla percezione nel piccolo di essere distinto e separato dalla madre. E’ una evoluzione lenta di stadi di separazione-individuazione che copre i primi tre anni di vita, che iniziano all’incirca verso i cinque mesi quando si incontra quella che Margaret Mahler ha chiamato “la nascita psicologica”. Un tempo dove si istaura un legame specifico con la propria madre. 
Dal periodo di fusione con essa, dove il piccolo si crede tutt’uno con la madre sempre disponibile ad ogni bisogno di nutrimento e di accudimento e contemporaneamente la mamma sostiene l’illusione di onnipotenza di essere lui a creare la realtà esterna che risponde come per magia ad ogni suo bisogno, si perviene alla fase dove ella sostiene l’illusione che ciò che egli percepisce è una sua fantasia e che la madre è sempre presente anche quando si allontana. Viene a crearsi quello spazio chiamato da Donald Winnicot “area transazionale”,un’area di esperienza che è tra il mondo interno e il mondo esterno,Questa è sua prima esperienza immaginativa e creativa in un area di assoluta libertà di gioco e creazione. Questa è una “zona che non abbandonerà mai definitivamente, ma a cui continuerà ad attingere per tutta la vita. Qui prende forma e si sviluppa tutto ciò che, con il tempo, andrà a sostituirsi al gioco: il vivere immaginativo, il lavoro creativo scientifico.”
Stabilito che siamo tutti Leonardo e che non lo sappiamo,vediamo le varie fasi del processo creativo:

1- RACCOLTA di tutto ciò che esiste sull’argomento senza limitazioni o filtro.Fase immaginativa,di recettività,ascolto,apertura ed assenza di pregiudizio sull’argomento o problema.
2- INCUBAZIONE,elaborazione ed assimilazione delle informazione.E’ una fase passiva e i processi sottostanti sono inconsci(Corrisponde al detto ci dormo sopra) . L’inconscio è per natura più predisposto all’intuizione, ed è anche il magazzino di tutte le conoscenze,sentimenti ed emozioni.
3- FANTASTICARE senza pensare nulla di particolare in modo da rendere la mente recettiva alle intuizioni.
4- ILLUMINAZIONE quando ci si immerge nel problema e dopo avere fantasticato un po’ su di esso èuà arrivare la soluzione come se provenisse dal nulla. E’ la fase dell’evviva…eureka!
5- CONCLUSIONE, quando l’intuizione (illuminazione) viene tradotta in azione. Qui si conclude l’atto creativo.

TRUCCHI per sostenere o sviluppare la creatività:

• Diario per appuntare pensieri ed idee in qualsiasi momento.
• Mettersi in azione. L’eureka non arriva da sola se non dopo avere ricercato e      sperimentato.
• Permettersi il contatto l’ascolto di se stessi.
• Permettersi di sbagliare.
• Non crearsi scadenze,altrimenti lavoriamo per obiettivo e ciò contrasta il processo creativo.
• Usare l’immaginazione.
• Cercare nuove soluzioni allineando quello che si conosce.
• Trascorrere tempo con le persone creative,con più interessi;fare cose nuove come fare  viaggi,ascoltare concerti,visite musei, ecc…
• Astenersi periodicamente da ogni tipo di media
• Giocare (il gioco mette in contatto con il bambino interno).
• Non procrastinare,portare sempre a termine le cose iniziate anche se piccole.

Dott.ssa Anna Maria Lombardi




Bibliografia: 
Daniel Goleman-Micael Ray-Paul Kufman,Lo spirito creativo,Ed.Rizzoli,1999
Judith Viorst,Distacchi,Ed.Frassinelli,1987
Jules Henri Poincaré,Scienza e metodo,Einaudi, 1997 ( a cura di Claudio Bartocci)
sitografia: 
www.nuke.cstcs.it
www.psicoterapiapsicologia.it
www.europa.uniroma3.it
www.treccani.it
www.nuovoeutile.it




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venerdì 14 novembre 2014

AUTOSTIMA



L'autostima non dipende solo dai risultati che otteniamo nella realizzazione di ciò che facciamo,ma anche dal nostro particolare modo di comunicare con noi stessi 
e con gli altri. Abbiamo acquisito determinate abitudini, che poi automaticamente e con poca consapevolezza di come si svolge il nostro dialogo interno ed esterno,manteniamo.
Prescindendo dalle motivazioni alla base del perchè diciamo e ci diciamo alcune cose piuttosto che altre,possiamo iniziare a fare attenzione alle parole ed ai concetti che esprimiamo e poi trovare una strategia per mutare il nostro linguaggio senza per questo dire il falso su di noi ed essere incoerenti con il nostro sentire del momento. 
Non è la stessa cosa dire: sono una frana o ce l'ho messa tutta e la prossima volta sono sicuro che andrà meglio,visto che un qualche impegno lo abbiamo messo? Oppure, sono una nullità o un incapace oppure dire che ho uno o alcuni aspetti di me che forse è meglio che valuti meglio e se posso vedrò come migliorare,visto che è impossibile che una persona non sia capace di fare proprio nulla? O ancora, sono proprio orrendo o brutto ed ho alcuni particolari della mia immagine che mi piacciono poco,ma posso vedere come valorizzare i miei aspetti più belli,visto che è impossibile che l'intera figura non abbia almeno un centimetro che possa piacere?. In tal modo inizieremo a fare entrare nella nostra coscienza un messaggio non più totalmente negativo e cambieremo con il tempo anche ciò che comunichiamo agli altri di noi in quanto persona e soprattutto incominceremo a toglierci quella cappa di giudizi pesanti che condizionano non poco la nostra autostima e la nostra autopercezione.


Anna Maria Dott.sa Lombardi



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mercoledì 12 novembre 2014

Si può vivere una vita senza conflitti?



Una vita senza alcun conflitto per noi umani è pressochè impossibile,salvo forse che per qualcuno di veramente illuminato, che ha raggiunto uno stato di realizzazione e individuazione totale.
Vediamo,sentiamo e viviamo conflitti ai vari livelli,a volte personali e intrapsichici,altre volte nelle relazioni ed altre ancora, più in generale, nella o con la società intera. 
Una delle caratteristiche è la presenza dell'emozione della rabbia che sostiene ogni litigio e ogni recriminazione.Un motivo per cui si arriva ad alzare la voce,ad offendere,ad accusare...sta nel non essere abituati a spiegare le proprie ragioni in modo che sia chiara la richiesta,ma cosa ancora più importante,nel non essere in grado di comunicare quello che si prova in se stessi e per l'altra persona coinvolta.In poche parole.la conoscenza della propria emotività,della propria intelligenza emotiva,è deficitaria e che col tempo andrebbe risolta.Vi e' anche un'altro aspetto osservabile nel conflitto ed è l'assenza, magari momentanea, di empatia, la non predisposizione all'ascolto,la chiusura e spesso anche la contemporanea incapacità a vestire i panni dell'altro.
Cosa fare? 
Nei momenti di maggiore problematicità,ma lo dovremmo fare sempre,è necessario rispettare i tempi di ognuno dei contendenti la discussione;non sovrapporsi a quello che dice l'altro ed aspettare che termini l'esposizione del proprio punto di vista.
Darsi del tempo per "sentirsi" e per potere,se lo decidiamo, comunicare quello che sentiamo "veramente" dentro di noi stessi in termini di sensazioni,emozioni e sentimenti e non prima di avere valutato il modo in cui ha risuonato quello che l'altro ha detto. Solo dopo tutto questo processo potremo tradurre a parole,ma per fare questo dobbiamo risponderci alla domanda se quello che siamo per dire corrisponde effettivamente a quello che abbiamo sentito e vissuto nel momento dentro di noi.
Sebbene quanto fin qui detto sembri difficile,proviamo a spiegare ed a esprimere invece di attaccare o di fuggire. In questo campo,non sempre è vero il detto che "la migliore difesa è l'attacco",stando che l'attacco esprime di frequente una paura,magari neppure mai sospettata.

(Anna Maria Lombardi)


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lunedì 10 novembre 2014


LA RELAZIONE…E’ POSSIBILE MIGLIORARLA? 


La relazione è un rapporto, un legame ,un vincolo di reciprocità, in cui acquista un notevole significato la qualità del vissuto di ogni suo partecipante (esiste anche una relazione che noi tratteniamo con noi stessi ,ma di questa parleremo in un’articolo futuro). Nel rapporto con l’altro l’uomo si riflette,si definisce,si differenzia,diventa soggetto. L’Io può esistere solo in funzione ad un Tu,ad un altro da me e non solo come atto di conoscenza,ma come bisogno di riconoscimento, di ricevere cure ed amore,nel senso più ampio del termine. 
Le persone quando si incontrano portano con sé un bagaglio di esperienze vissute, fin dalla primissima infanzia, nelle famiglie di appartenenza dove hanno acquisito i modelli di relazione che poi tenderanno a riemergere durante i rapporti successivi, soprattutto se hanno implicazioni affettive durature. A queste esperienze si accompagnano e si intersecano tutte le altre affrontate nella frequentazione sociale:scuola,adulti con ruoli significativi,coetanei,ricreazione,rapporti con l'altro sesso,lavoro...ecc. In estrema sintesi possiamo dire che ognuno di noi è portatore di modelli di riferimento,di saperi,di abitudini,di credenze, di bisogni e di aspettative più o meno coscienti.
Nessun rapporto umano può crescere se non c’è rispetto ed educazione e questo è valido anche e a maggior ragione per il rapporto a due. Quando un’Io si confronta con un Tu i conflitti sono inevitabili,e dipende da ognuno di noi,dalla nostra maturità, saperli affrontare,superarli e sapere trarre i giusti insegnamenti di crescita e di sviluppo,ma per farlo dobbiamo imparare ad aprirci all’altro,accogliere le sue istanze,comprendere i suoi bisogni e rispettare la diversità.
L’uomo e la donna hanno un differente modo di approccio ai sentimenti che turbano le loro relazioni, in particolare modo quelle che presentano gradi diversi di conflittualità. Essi hanno generalmente bisogno di sintonizzare le loro emozioni dell’uno rispetto all’altro. Esiste però un problema non di poco conto: gli uomini e le donne hanno un modo di sintonizzare le emozioni differenti così come lo sono le attitudini mentali e il loro modo di comunicare i sentimenti. E, mentre la donna è più portata verso una propria maggiore intimità ed una comunicazione verbale ed intuitiva dei sentimenti,l’uomo ha una più naturale propensione per la logica e per l’ attività spazio-temporale. 
Nonostante tutto è possibile modificare il nostro modo di stare in una relazione,“sembra, infatti, che le relazioni interpersonali abbiano il potere di influenzare in modo significativo lo sviluppo delle strutture cerebrali nel corso dell’intera esistenza umana e in particolare nei primi anni di vita. Le relazioni con gli altri, le quotidiane esperienze interpersonali, cioè, possono contribuire a plasmare il cervello umano, «provocando l’attivazione di determinati circuiti, consolidando collegamenti preesistenti e inducendo la creazione di nuove sinapsi”.

SOLO ALCUNI SUGGERIMENTI

Daniel Goleman nel suo libro “ Intelligenza emotiva”suggerisce all’uomo di non evitare il conflitto,ma di capire che una rimostranza o un disaccordo e i toni accalorati usati tante volte dalle donne all’interno della relazione potrebbe anche indicare,salvo casi particolari, l'interesse a mantenere vivo e interessante il rapporto , piuttosto che significare una aperta ostilità verso il patner, esse mostrano l’intensità di ciò che sentono e percepiscono circa l’argomento della discussione. 
E’ sempre bene elaborare il rancore da parte dei costituenti la relazione, come del resto andrebbe fatto anche per le altre emozioni,soprattutto se negative ed evitare così l’effetto di scoppio della pressione emotiva. Per l’uomo è importante non precipitarsi a chiudere,tagliar corto ed offrire soluzioni belle e pronte, che darebbe alla donna l’impressione di non essere compresa nei propri sentimenti e svilita,bensì di mostrare di“ascoltarla”,di“empatizzare”con lei ed “ac-cogliere” i suoi sentimenti anche quando questi sono intensi o non si condivide la stessa opinione. Una soluzione bella e pronta può essere interpretata dalla donna come un modo sbrigativo di liquidare il proprio sentire dal punto di vista emozionale e di non essere presa in considerazione in quanto persona.
Empatia ed accoglienza sono un valore per una sana relazione e riguarda entrambi i patners componenti la relazione.
Le donne dovrebbero imparare,a loro volta, ad usare la protesta,far presente la o le cose che l’hanno ferite e non attaccare in alcun modo la persona comprendendo,tanto per fare un esempio, che un conto è dire:quello che hai fatto mi ha disturbata,mi ha causato malessere e un conto è dire sei un’irresponsabile come sempre.
Imparare a riconoscere e gestire i pensieri e i sentimenti che hanno portato al tipo di espressione forte e totalizzante e lasciarli correre per la loro strada,senza legare alcun ragionamento ad essi. Mettere in evidenza le volte che la persona ha avuto un buon comportamento o è stata amorevole o delicata nei loro confronti. 
Uno dei segreti in una discussione consiste nel dare spazio all’altro,lasciare che spieghi fino in fondo ciò che vuole dire circa l’argomento. L’ascolto se è vero e senza stare sulle difensive, fa già parte del riconoscimento dei sentimenti dell’altro e del rispetto dovuto alla persona. Ascoltare e lasciare parlare,rispettare i turni d’intervento riguardano sempre tutti e fanno anche parte di una comunicazione efficace.

PER RIFLETTERE: alcune frasi di vari autori

• Non si diventa “uomini completi” da soli, ma unicamente assieme ad altri. 
(D. Bonhoeffer)
• Lo scopo della relazione è la sua stessa essenza, ovvero il contatto con il Tu; poiché attraverso il contatto ogni Tu coglie un alito del Tu, cioè della vita eterna. Chi sta nella relazione partecipa a una realtà, cioè a un essere, che non è puramente in lui né puramente fuori di lui. Tutta la realtà è un agire cui io partecipo senza potermi adattare a essa. Dove non v'è partecipazione non v'è nemmeno realtà. Dove v'è egoismo non v'è realtà. La partecipazione è tanto più completa quanto più immediato è il contatto del Tu. È la partecipazione alla realtà che fa l'Io reale; ed esso è tanto più reale quanto più completa è la partecipazione. 
(M.Buber)
• I rapporti umani sono spesso un disastro perché gran parte dell'umanità non capisce che entrare nel cuore delle persone non è una conquista ma una straordinaria opportunità.
(Anonimo)

• Lo scopo di una relazione è di decidere quale parte di voi stessi vi piacerebbe che «venisse allo scoperto», non quale parte di un altro ,voi potreste catturare e trattenere. (Neale D.Walsch) 
• In una relazione ci sono due sognatori, son due differenti sogni.E’ necessario che tu accetti le differenze…è necessario che tu rispetti i sogni dell’altro.
(Don Miguel Ruiz)

• È nel rapporto con gli altri che si prende coscienza di sé: ed è proprio questo a rendere insopportabile il rapporto con gli altri. 
(M. Houellebecq)

• Chi crede di poter trovare in sé stesso di che fare a meno di tutti si sbaglia di grosso; ma chi crede che non si possa fare a meno di lui si sbaglia ancora di più.
François de La Rochefoucauld

• Nessuno comprende l’altro. Siamo, come ha detto il poeta, isole nel mare della vita; tra noi si inserisce il mare che ci limita e separa. Per quanto una persona si sforzi di sapere chi sia l’altra persona, non riuscirà a sapere niente se non quello che la parola dice – ombra informe sul suolo della sua possibilità di intendere.
(F. Pessoa)

• Inizia con elogi e onesto apprezzamento. Richiama l'attenzione sugli errori altrui indirettamente. Parla dei tuoi stessi errori prima di criticare le altre persone. Poni delle domande invece di dare ordini diretti... Rendi le mancanze facili a correggersi. Fai in modo che gli altri siano felici di fare ciò che suggerisci. 
(Dale Carnegie)

• Non c'è speranza di gioia ad eccezione che nelle relazioni umane. 
(Antoine de Saint-Exupery)

e per finire Carl Rogers diceva che...

"tutti abbiamo paura di cambiare. Una delle ragioni principali della resistenza a comprendere, è la paura del cambiamento: se veramente mi permetto di capire un'altra persona, posso essere cambiato da quanto comprendo."

Dott.ssa Anna Maria Lombardi 

Bibliografia:
Pietro A.Cavallieri-Andreas Tapken, , La relazione di reciprocità e l’altro nella psicologia contemporanea,in Saggi e ricerche,Ed.Nuova Umanità,2004
Carla Anna Durazzi,Aspetti psicologici delle relazioni quotidiane,relazione incontro organizzato dal Comune di Milano,1994
Daniel Goleman,intelligenza emotiva,Ed.Rizzoli,1996

Sitografia: 
www.stateofmind.it
www.benessere.com

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domenica 9 novembre 2014


CONOSCI TE STESSO


Non esiste corso o terapia al mondo capace di offrire qualcosa o di guarire se non si è disposti a mettersi in discussione e a crescere dal di dentro. Conosci te stesso, Gnōthi seautón,troneggiava all'entrata del tempio di Apollo, “Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta.”diceva Socrate.La conoscenza di sè è alla base di ogni percorso di crescita personale,C'è di più, Gnōthi seautón ci richiama a riconoscere i nostri limiti e le nostre fragilità umane e quindi ridimensiona, qualora ci fosse di bisogno,l'onnipotenza dell'uomo.E' mendace pensare di non avere limiti e di essere dei padrieterni. Dobbiamo riconoscere che siamo sì gocce divine,ma pur sempre gocce di un oceano immenso. Negare le nostre limitazioni vuol dire farli scendere nell'ombra, dove non per questo si spegneranno gli effetti,anzi da quel luogo continueranno a premere con evidenti segni psichici e fisici nel proseguo della vita. I limiti vanno studiati ed accettati,forse qualche volta superati, e se possibile farli diventare nostri amici,ma mai combattuti o peggio dimenticati.

Cosa possiamo fare tanto per iniziare?
Teniamo un diario scritto, meglio se quotidiano,con le liste delle difficoltà che troviamo nel quotidiano o anche difficoltà avute nel passato e dalla quale ci sentiamo tuttora limitati;degli errori che facciamo nelle relazioni, in primis in quelle che intratteniamo con noi stessi e naturalmente in
tutte le altre; dei limiti che pensiamo di avere e che non conosciamo abbastanza o che non con conosciamo affatto.Non si pensi che fare questo sia un a cosa negativa,anzi scrivendo questi aspetti li oggettiviamo. Portandoli all’esterno di noi ci distanziamo da essi e ciò è salutare per la nostra mente che può in certo qual modo alleggerirsi. La tal cosa agevola la successiva fase di elaborazione e di presa di decisioni di cambiamento a riguardo. Ogni qualvolta che apportiamo anche un solo piccolo cambiamento che ci permette di vivere meglio è positivo per noi e da questo deriverà che anche la nostra autostima ne trarrà sicuramente dei benefici.

10 aforismi per riflettere:

- "La cosa che è veramente difficile, e anche davvero incredibile, è rinunciare ad essere perfetti ed iniziare il lavoro di diventare se stessi."
(Anna Quindlen)

- “Scopri chi sei e non avere paura di esserlo.”
( M.Gandhi)

-“Solo dopo aver accettato i nostri limiti siamo in grado di superarli.”
(Brendan Francis)

-“La conoscenza del prossimo ha questo di speciale: passa necessariamente attraverso la conoscenza di se stesso.”
(I.Calvino)

.-“L'uomo non ama riflettere non solo per pigrizia, ma anche per paura di conoscersi meglio” 
(R.Gervaso)

-“Se non conosci né il nemico, né te stesso, ogni battaglia significherà per te sconfitta certa. Se non conosci il nemico ma conosci te stesso, le tue possibilità di vittoria saranno pari a quelle di sconfitta. Se conosci il nemico e conosci te stesso, nemmeno in cento battaglie ti troverai in pericolo.”
(Sun Tzu)

- “Conoscere la propria oscurità è il metodo migliore per affrontare le tenebre degli altri.” 
(C.G.Jung) 

."Chi conosce gli altri è saggio,chi conosce se stesso è illuminato. 
Chi domina gli altri è forte,chi domina se stesso è superiore.
(Lao Tse, Tao Te Ching)

"In tutto il mondo la gente arriva ai limiti dell’assurdo per evitare di confrontarsi con la propria anima."
(C,
(C. G. Jung)

"La vera vocazione di ognuno è una sola, quella di conoscere sé stessi."
(Hermann Hesse)



Dott.ssa Anna Maria Lombardi


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sabato 8 novembre 2014


AGRIMONY, la MASCHERA: una tipologia molto diffusa e molto attuale ....

Agrimonia , agrimonia eupatoria

Per coloro che cercano di ignorare il lato oscuro della vita e di evitare le esperienze negative.
Sono soggetti che anche se hanno dei problemi affermano che va tutto bene.
Agrimony o la maschera nel senso che per principio mostra all' ambiente che lo circonda un viso noncurante, amabile sereno.
Nonostante l'apparenza " disinvolta" agrimony e' tormentato interiormente da ansie e timori, che si guarda bene dall'esternare,
perche' pensa che che " quello che si ha dentro non riguarda nessun altro"
Mantiene un aspetto imperturbile.
Non sopportano i contrasti e le disarmonie, pur essendo molto sensibili,non esternano e si sacrificano pur di mantenere la " facciata"
Da tutto cio' ne risultano soggetti molto cordiali, brillanti e sono apprezzati in societa' e nelle feste creano intorno a se' un' atmosfera allegra e divertente.
Spesso fanno di tutto per non stare mai da soli, perche' rifuggono dai problemi e si gettano il qualunque genere di attivita'
Possono essere forti fumatori, bevitori, far uso di droghe.Agrimony puo' spesso essere usato in caso di dipendenze varie
Tendenzialmente incostanti.
L'irrequietezza interiore che non viene espressa si traduce in comportamenti tipici come mangiarsi le unghie, toccarsi o giocare coi capelli,eruzioni cutanee, bruxismo ( digrignamento dei denti).
Agrimony puo' manifestare problemi sessuali, piccoli vizi segreti
Forte separazione tra lo stato emotivo e mentale.
Casi di suicidio in individui sempre allegri e " compagnoni" sono tipicamente Agrimony.
ASPETTI SPIRITUALI: Non accettando gran parte di se', non puo' stabilire un contatto con l'Io Superiore, e quindi non puo' accogliere il programma spirituale, quindi ha della realta' un concetto molto "materiale".Tuttavia, cerca come ogni indivuduo uno stato ideale e, non potendolo trovare in se' lo cerca in stati esterni caratterizzati da un' apparente levita' e spiritualita'. Con l'uso di alcool o di droghe.
Il superamento si ottiene quando anche con l' assunzione del fiore o in miscela con altri, la personalita' si riconosce in modo integrale e si pone sotto la guida del Se' Superiore, quindi quando non e' piu' costretta a rimuovere le esperienze negative, ma puo' integrarle nella propria coscienza
USO TRANSPERSONALE
E' indicato per tutte le affezioni "torturanti"
es prurito,eczemi,orticaria punture associato anche ad altri fiori tipo Beech sopratutto se è manifestazione di un fatto allergico
Dolori di forte intensita'
Emorroidi
Herpes Zoster
Bruxismo
Onicofagia
Disturbi alimentari
Dipendenze spesso associato a Centaury
Utile anche come ansiolitico
Nelle ossessioni mentali spesso associato a White Chestnut a Mimulus o Sclerantus
CATALIZZATORE: Qualunque sia la condizione del soggetto fa affiorare contenuti profondi rimasti bloccati, dona pace e serenita'
NOTA: L'uso di Agrimony puo' essere per bocca , come per applicazioni locali in olio o in crema.
Spesso e' necessario associarlo ad altri fiori
Puo' essere assunto puro o in miscela
La terapia coi fiori di Bach deve essere personalizzata, quindi tutto cio' che e' stato scritto, non ha fini terapeutici, ma di conoscenza.
Liberamente tratto da " Il grande libro dei fiori di Bach" M. Scheffer e " Manuale per l' applicazione dei fiori di Bach" R. Orozco



Sorrido alle nuvole

Con il naso all’insù,
guardo le nuvole
e ricordo l’infanzia,
quando l’amica fantasia
studiava le forme e trovava i visi.
Tutte portavano un messaggio
che segretamente apprendevo.
Ora sorrido.
Le vedo mentre corrono,
e all’unisono decidono
l'ora di lavare un cuore dolorante
e mutare il colore della sua veste.
Anche la nube che è seduta
adombrando il pensiero
si scioglie,
già si intravedono i raggi
che illumineranno il mondo.
Da qui proviene
quel primo sorriso
che timidamente appare
ad illuminare il viso
dopo che compare l’arcobaleno.
Sorrido,
tutto passa
e il sole
risplende sulla tavolozza dei colori
pronta per essere ripresa 
dalle mani del pittore.

Anna Maria Lombardi


© diritti riservati 8.11.2014
foto di Marina Marini Danzi

venerdì 7 novembre 2014

Gocce

Siamo come gocce,
spruzzi salati di mare in tempesta,
il vento ci sparge nell'aria,
nel cielo,
nel mondo
a cogliere raggi di sole,
ad assaporarne il calore.
Un attimo,
poi uniti torniamo nell'oceano infinito.

Marina Marini Danzi 


(c) diritti riservati


foto di Marini Marina Danzi
                                                                               

giovedì 6 novembre 2014

Sei unico,sei unica

Un raggio di sole
ha accarezzato il tuo volto
ha asciugato la tua lacrima
ed ha illuminato i tuoi occhi.
Dopo il temporale
l'arcobaleno si è messo a suonare
invitandoti al coro delle voci
che hanno intonato per te,
anima mia,
stanno cantando la canzone della vita.
Lascia al Medico del tempo
e dello spazio la tua sofferenza,
che al galoppo delle stelle,
nell'universo immenso,
si trasformi in amore
e diffuso ad oltranza.
Sali su quel raggio di luce colorata
e guida il tuo carro verso la felicità
ora pronto ad ospitare
chi ti fa sorridere,
ti abbraccia,
ti ama così come sei
con i tuoi colori,
con il tuo unico profumo,
inconfondibile alla visione del suo cuore.

Anna Maria Lombardi

1.11.2014 (c) diritti riservati




Quadro di Felix Mas


ONORE  

Onora te stesso.
Onora la tua anima.
Onora l’Universo.
Parla come se cantassi.
Cammina come se fosse una danza, un’antica danza.
Entra, con gli occhi dell’anima,
nel cuore degli altri.
Ascolta,
osserva con tutto te stesso.
Annusa come un lupo.
Vola, puro e leggero come una colomba,
attento e concentrato come un’aquila.
Metti il potere creativo in tutto cio’ che fai,
in ogni istante, in ogni gesto, in ogni tuo sguardo.
Poni attenzione.
Tocca come per guarire.
Accarezza l’anima degli altri, con la tua dolcezza
Ama come fosse un’unione sacra.
Ma mantieni sempre la tua sacralita’


(Marina Marini Danzi)

(c) diritti riservati
Autore quadro Felix Mas